SI PARTE! LIGA: LE TAPPE DEL CALVARIO

Dunque, si parte!

Certo, iniziare a parlare di Real Madrid adesso è quantomeno inusuale.

Fisicamente stremati, moralmente abbattuti e decimati dagli infortuni, i nostri cari amati blancos scenderanno di nuovo in campo questa sera (inizio ore 21:30) al Santiago Bernabeu per ospitare il Maiorca nell'ambito della terzultima giornata della Liga 2024/25.

Sgomberiamo subito il campo da ogni equivoco e falsa speranza: nonostante la matematica ancora non ci condanni, la Liga è finita e l'ha vinta il Barcellona.

È stata una Liga sofferta fin dall’inizio, con la partenza ad handicap che ci ha visto a -4 dal Barça già dopo sole tre giornate e il pesantissimo 0-4 nel Clàsico di andata del 26 ottobre.

Invece, come talvolta accade, la situazione si è capovolta nel breve volgere di qualche settimana abbiamo recuperato la bellezza di 13 punti in 8 turni di campionato, portandoci dal -6 della dodicesima giornata al +7 della ventesima.

Il 25 gennaio, con già due titoli in bacheca (Supercoppa Europea e Intercontinentale), eravamo su una nuvola. In quel momento avevamo quattro punti di vantaggio sui cugini colchoneros e sempre sette sui blaugrana. Poi, improvvisa, è arrivata la tempesta. Iniziata nell’infausta trasferta del RCDE Stadium contro l’Español – ricordate? Clamorosa mancata espulsione di Romero per fallaccio su Mbappè e gol dello stesso all’85° - e proseguita con il doppio 1-1 nel derby con l’Atletico e a Pamplona con l’Osasuna, dopo l’inopinata tarjeta roja sventolata dall’arbitro Munuera Montero in faccia allo sbigottito Bellingham.

Il 17 febbraio, il Barcellona aveva già azzerato il gap e il 2 marzo si era portato a +3, approfittando del nostro passo falso al Benito Villamarin contro il Betis. Purtroppo, nel momento clou della stagione, l’incalzare degli impegni europei (doppio turno di play-off con il City, doppia estenuante sfida di ottavi contro l’Atletico) ci ha tolto energie importanti per la Liga. E il 5 aprile, dopo aver perso in casa nel pomeriggio contro il Valencia, eravamo pronti a subire l’allungo definitivo da parte del Barcellona.

Invece, i blaugrana si erano fatti fermare in casa dal Betis e così (a -4) sentivamo freddo, certo, ma non eravamo ancora congelati. In fondo, mancavano ancora tante giornate e c’era lo scontro diretto da sfruttare. Eventualmente.

Poi, gli schiaffi ricevuti dall’Arsenal, la poco fortunata finale di Coppa del Re e la penultima sliding door di questa maledetta Liga: il 19 aprile il Barcellona batte il Celta 4-3 recuperando da 1-3 e segnando il rigore decisivo al 97° minuto mentre il giorno successivo è Valverde, con un golazo al 90+3 contro il Bilbao, a tenere viva la fiammella madridista. Siamo sempre a -4, le giornate sono diminuite ma la speranza è l’ultima a morire.

E la speranza muore l’11 maggio, non senza qualche rimpianto. Perché al quarto Clàsico stagionale, il Barça arriva con il morale sotto i tacchi e quasi 130 minuti di battaglia sul groppone, ovvero quelli giocati (e persi 4-3) a San Siro contro l’Inter nella semifinale di Champions League. Non ci basta batterli, perché lo 0-4 dell'andata pesa come un macigno e favorisce i catalani in caso di arrivo alla pari. Però, se ci avviciniamo a -1 con tre giornate ancora da giocare, chissà...

Si può fare, pensiamo noi madridisti. 1-0 di Mbappè su rigore al 5°. Si può fare. 2-0 di Mbappè in contropiede al 14°. Si può fare eccome. Il Barcellona sembra in bambola. Ma sembra solo. Il colpo di testa di Eric Garcia riapre psicologicamente la sfida e quando le squadre vanno negli spogliatoi siamo sotto addirittura 4-2. Abbiamo preso tre gol in un amen, anche per via di un paio di dormite. Un disastro. Ma non è mai finita finché non è finita. Nella ripresa Mbappè fa tripletta, sfiora due volte il poker e al minuto 88 è il debuttante Victor Munoz, uno della nostra fabrica, a divorarsi il 4-4 a tu per tu con Szczęsny. Finisce così: 4-3. Quarta sconfitta su quattro in stagione con quattro gol subìti di media.

Male. Molto male.

Adesso ci lecchiamo le ferite, aspettiamo la fine di questa Liga e del secondo, glorioso mandato di Carlo Ancelotti. Poi, dal 1° giugno, arriverà Xabi Alonso. 

Ma di questo parleremo più avanti.  


 

      

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