DI YAMAL, MBAPPÉ E ALTRI FENOMENI
Con un gol e un assist, ieri sera il baby-fenomeno Lamine Yamal ha messo il sigillo nel derby della 36esima giornata di Liga tra Español e Barcellona e consegnato agli azulgrana il titolo numero 28 nel campionato spagnolo di Primera Division.
Inutile nasconderlo: la delusione della tifoseria madridista per l’esito complessivo della stagione 2024-25 è stata ampliata a dismisura dal mirabolante cammino della compagine catalana e dalle ripetute eccellenti prestazioni del suo non ancora maggiorenne profeta.
Yamal come Messi? Al momento, impossibile dirlo. Le premesse, pare ovvio, ci sono ma la carriera di un calciatore è soggetta a troppe variabili per poterne dare un giudizio obiettivo in anticipo. Naturalmente, a noi sostenitori dei blancos non fa piacere (per usare un eufemismo) constatare l’enfasi e i toni trionfalistici con cui la stampa e gli addetti ai lavori esaltano i nostri (almeno a livello nazionale) rivali più accreditati.
Aver perso, più o meno disastrosamente, ben quattro Clàsicos consecutivi contro “questi ragazzini” ha lasciato il segno e acuito a dismisura il senso di frustrazione all’interno di una stagione già di per sé piena di impegni, contrattempi e difficoltà di vario genere.
Perché, al netto delle nostre lacune complessive (sulle quali torneremo con più calma a fine campionato, per tracciare un bilancio quanto più articolato e ragionato possibile), l’evidenza della qualità – soprattutto offensiva ma non solo - espressa dal Barcellona in tutto l’arco del 24-25, getta ombre di estrema preoccupazione anche per il futuro. La sensazione che il Barça di Flick possa rinverdire le gesta di quello di Guardiola, con tutti gli annessi e i connessi, è più concreta che mai e al momento attuale sembra che niente e nessuno possa invertire questa tendenza.
Eppure, l’estate scorsa eravamo convinti che “il più forte di tutti” l’avessimo comprato noi. E invece? Prendiamo Kylian Mbappé e vinciamo “solo” Supercoppa Europea e Intercontinentale, perdiamo due finali contro il Barcellona, usciamo ai quarti in Champions League e cediamo la Liga con due giornate di anticipo? Non solo: il prossimo Pallone d’Oro (credetemi, qualsiasi cosa accada la stampa ha già deciso con mesi di anticipo) potrebbe aprire un ciclo trionfale in Catalogna! C’è di che essere smarriti, oltre che preoccupati.
Invece, come quasi sempre succede, in medio stat virtus e il tempo ci verrà in aiuto per riequilibrare l’attuale divario (reale o supposto che sia) tra Real Madrid e Barcellona. Come? Recuperando la giusta consapevolezza di noi stessi e del valore che possiamo esprimere, ritrovando quegli stimoli che forse sono venuti in parte a mancare e operando sul mercato per mettere a disposizione del nuovo tecnico un roster omogeneo e completo in ogni reparto. Ma anche di questo parleremo più diffusamente nelle prossime settimane.
Per ora, ci basti sapere che nessuno, né Yamal, né Mbappé, né Messi e né Cristiano Ronaldo, ebbene nessuno ha mai vinto da solo giocando a calcio. Tutto il resto è puro contorno.
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